Da sempre sono estremamente sensibile all’impegno delle società nei settori giovanili: investimenti, aspettative, lavoro quotidiano e a lungo termine sono lo specchio del lavoro e di come viene impostato dalle singole realtà. Insomma, l’argomento settori giovanili è uno dei miei preferiti.
Recentemente ho letto del Manchester City e, non posso dire di essere rimasta folgorata sulla via di Damasco, ma certamente colpita dalle cifre sì. A riprova che il lavoro paga sempre: in tutti i sensi. I Cityziens da anni lavorano davvero bene e oggi raccogliono i risultati di tanto e corretto lavoro sui giovani. Si parla infatti di cessioni dal City ad altri importanti club europei per più di 150 milioni di euro.
Cifra quindi notevolissima che dimostra, senza alcuna possibilità di smentita, che lavorare sui propri giovani e lavorarci bene può portare alle casse del club quanto necessario per sostenersi economicamente o quasi. Un comportamento che, da anni, in Italia ha fatto suo l’Atalanta, dimostrando con chiarezza che anche in Serie A i nostri giovani possono giocare e con risultati più che buoni.
Ma parliamo dell’estero: in Germania da anni si punta sui giovani, con strutture federali serie e ben organizzate. Lo stesso Loewe ha più volte ammesso di avere schiere di giovani talenti pronti a sostituire i senatori della nazionale.
E in Spagna? Barcellona, Real Madrid e Atletico Madrid su tutti, hanno dimostrato con i giocatori delle proprie giovanili quanto serio e impegnato è il lavoro svolto sui ragazzi. Il settore giovanile del Real Madrid è il primo al mondo, attualmente, per numero di giocatori tra i professionisti.
Non si può certo dimenticare l’Ajax da sempre fucina di giovani talenti, alcuni giunti quest’anno in Italia e altri ne arriveranno, tutti giovanissimi e tutti tecnicamente superiori alla media.
Solo per questioni di tempo non mi soffermo sulle grandi squadre dell’ex Est che continuano a far sbarcare i propri giovani talenti nel resto del continente con buona resa di cassa anche per loro: Dinamo Kiev, Dinamo Zagabria, Sparta Praga solo per citarne alcuni.
Quindi lavorare bene sui giovani non è solo fondamentale per la propria squadra ma anche per immettere nuovi talenti nel circuito dei grandi club internazionali, che, al contrario delle squadre italiane, non hanno di certo paura di far giocare degli under.
Avvocato Marilena Monari