
Il terzo candidato, ormai anche ufficialmente, alla presidenza della Figc, è il meno noto al grande pubblico dei calciofili, ma non per questo poco noto negli ambienti calcistici – o meno qualificato per l’elezione – è Gabriele Gravina, imprenditore nato in provincia di Taranto, a Castellaneta per l’esattezza, 64 anni fa, però sempre operativo in Abruzzo. Proprio lì è nato calcisticamente, per 12 anni presidente del Castel di Sangro dei miracoli, capace di diventare un fumetto e un libro: ben 5 promozioni in 10 anni, sino all’arrivo in serie B, da protagonista. Insomma una favola che lo ha portato ad essere consigliere federale per la Lega di Serie C.
Competenze e conoscenze. Fa, o ha fatto parte, del consiglio di amministrazione di diversi istituti bancari, non ultima la Banca di Credito Cooperativa di Roma. Dal 2008 è docente nei corsi di Management sportivo all’Università di Teramo. Calcisticamente parlando, ha fatto parte per due anni della Commissione Uefa per l’assistenza tecnica e amministrativa e negli anni Duemila è stato capodelegazione con la Nazionale Under 21 a due Olimpiadi e a tre Finali Europee. Dal dicembre 2015 è presidente della Lega Pro: è stato poi confermato anche un anno dopo, il 15 novembre 2016 con la bellezza di 55 voti su 59.
A chi piace. Può naturalmente contare sul 17% dei voti rappresentati dalla Lega Pro, un po’ pochino per l’elezione, ma una parte dei consiglieri di A e B gli strizzano l’occhio e lo giudicano un candidato autorevole. Ma anche così non basterebbe: tutti insieme i consiglieri delle tre leghe professionistiche rappresentano appena il 34% dei voti e dunque dovrebbe arrivare anche l’appoggio dei calciatori per puntare alla presidenza. Con un’alleanza al momento non proprio preventivabile.
4. fine